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Il contesto

La crescita del numero degli abitanti è stata continua ed inarrestabile, raggiungendo alla fine del mese di Dicembre dell’anno 1995 il valore di 18.350 unità. L’incremento, iniziato nell’anno 1961, quando il paese registrava soltanto 6.355 abitanti, è proseguito nel 1971 con 8.028 ab., nel 1981 con 12.208 ab. e nel 1991 con 16.428 ab.. In percentuale, la variazione di aumento demografico è stata del 280, 7 per cento in più. Dal 1981 al 1991 è stata del 34,6% in più, seconda soltanto, in provincia di Cagliari, a quella registrata dalla Città di Quartu S. Elena. In cinque anni, dal 31 Dicembre 1996 all’analogo periodo del 2000, questo dato si è confermato, poiché i residenti sono aumentati di altre 2.307 unità, passando dai 18.737 ai 21.044 abitanti (di cui 10.668 maschi e 10.376 femmine), come risulta dall’ultimo censimento effettuato al 31/12/2000. Le ultime “indiscrezioni”, non ancora ufficializzate dal competente servizio anagrafico del Comune, stimano a circa 23.000 gli abitanti di Capoterra al 31/12/2004, ovvero la più alta percentuale d’aumento demografico dell’intera Sardegna. Al mese di Settembre, dell’anno solare 2006, gli abitanti risultano essere quasi 24.000 (!).
I motivi di questo poderoso incremento sono ben noti agli studiosi del settore. Essi sono determinati dalla forte immigrazione di cittadini da Cagliari e da altri comuni limitrofi, che hanno scelto Capoterra come luogo di residenza. Le ragioni, che hanno indotto tantissime famiglie a trasferirsi nel territorio di questo Comune, sono molteplici: per alcuni si è trattato di una autentica e premeditata fuga dalla città, diventata ormai invivibile a causa del traffico, dello “smog”, della carenza di spazi verdi adeguati, l’alto costo degli affitti, quello “esagerato” relativo all’acquisto di un’abitazione, di fenomeni diffusi e crescenti di “microcriminalità”. Sulla scelta hanno avuto un peso rilevante, sia l’innegabile bellezza del territorio, che la constatazione delle distanze relativamente brevi dalla città di Cagliari e dalle zone industriali di Sarroch e Macchiareddu (Assemini), ove ha sede il luogo di lavoro di moltissime persone. E’ altrettanto innegabile, infine, che non pochi hanno acquistato o costruito casa nel territorio, per i costi sicuramente più bassi rispetto al capoluogo o per ottenere un sicuro investimento immobiliare, da fare fruttare in seguito, rivendendo o affittando, anche solo stagionalmente.
Il Comune di Capoterra che, attualmente, continua ad essere un “polo di attrazione”, per nuove iniziative imprenditoriali nel settore dell’edilizia e del commercio, può tecnicamente definirsi un “centro urbano a sviluppo polimorfo”, ovvero a “macchia di leopardo”, molto eterogeneo dal punto di vista della composizione umana e demografica, sociale ed economica ove, ormai, soltanto il 45% della popolazione vive nella parte più antica della cittadina.
In una situazione come questa, ogni nuova lottizzazione diventa un’entità a sé stante, sia rispetto al vecchio centro urbano che dalle residenze adiacenti, provocando di conseguenza una seria anomalia ancora tutta da analizzare, per le molteplici implicazioni organizzative, economiche, sociali e culturali che comporta.
A conclusione di questa breve “scheda”, è doveroso sottolineare che, per la sua stesura, si è essenzialmente utilizzato, sia in fase di consultazione che di trascrizione di qualche parte, integrata e/o modificata, il libro scritto e curato dal Prof. Emanuele Atzori, intitolato , pubblicato dall’editore Carlo Delfino di Sassari, che si ringraziano sentitamente.
Per quanto attiene, invece, le notizie demografiche, oltre alle informazioni richieste e ricevute personalmente, le stesse sono state ricavate dall’apposita pagina presente nel “web site” del Comune di Capoterra, visionabile all’indirizzo http://www.comune.capoterra.ca.it.